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La tradizione del bollito piemontese: storia, tagli e salse da conoscere

  • Immagine del redattore: STEEME COMUNICATION snc
    STEEME COMUNICATION snc
  • 16 nov
  • Tempo di lettura: 4 min

Il bollito piemontese è molto più di un semplice piatto: rappresenta un vero e proprio rito culinario che unisce storia, cultura e sapori unici. Questo piatto, nato nelle campagne del Piemonte, ha saputo attraversare i secoli mantenendo intatta la sua identità e la sua importanza nelle tavole di tutta Italia. Scoprire la tradizione del bollito significa immergersi in un mondo fatto di sette tagli di carne, sette salse diverse e un modo di cucinare che valorizza ogni ingrediente.


Vista ravvicinata di un piatto tradizionale di bollito piemontese con le sette salse
Piatto tradizionale di bollito piemontese con sette salse

Le origini storiche del bollito piemontese


Il bollito piemontese nasce come piatto povero, tipico delle campagne dove ogni parte dell’animale veniva utilizzata per non sprecare nulla. La sua storia affonda le radici nel Medioevo, quando le famiglie contadine cuocevano lentamente la carne in acqua per renderla più digeribile e saporita. Nel tempo, il bollito si è evoluto fino a diventare un simbolo della cucina nobile piemontese, apprezzato anche nelle corti reali.


Nel XVIII secolo, il bollito divenne un piatto di prestigio grazie all’introduzione di tagli più pregiati e all’uso di erbe aromatiche e spezie. La tradizione vuole che il bollito venga preparato con grande attenzione e pazienza, cuocendo la carne lentamente per ore, in modo da esaltarne il gusto e la morbidezza.


I sette tagli del bollito piemontese


Uno degli aspetti più affascinanti del bollito piemontese è la varietà di tagli utilizzati. Ogni taglio ha una sua caratteristica e un tempo di cottura specifico. Ecco i sette tagli più tradizionali:


  • Testina di vitello: tenera e gelatinosa, richiede una cottura lenta per diventare morbida.

  • Coda di bue: ricca di collagene, ideale per una lunga bollitura che la rende succulenta.

  • Punta di petto: un taglio fibroso ma saporito, perfetto per il bollito.

  • Muscolo di spalla: carne magra e gustosa, si presta bene alla cottura lenta.

  • Girello di spalla: tenero e delicato, è uno dei tagli più apprezzati.

  • Fesa di coscia: carne magra e compatta, ideale per chi preferisce un bollito meno grasso.

  • Gallina: spesso aggiunta per arricchire il brodo, dona sapore e leggerezza.


Questi tagli vengono cotti insieme in un unico brodo, che diventa la base per le salse e per il consumo della carne stessa.


Le sette salse del bollito: un mondo di sapori


Il bollito piemontese non sarebbe completo senza le sue sette salse, ognuna con una storia e un sapore distinti. Le salse sono pensate per accompagnare i diversi tagli di carne, esaltandone le caratteristiche. Ecco le più tradizionali:


  • Salsa verde: a base di prezzemolo, aglio, acciughe, capperi e olio, è fresca e saporita.

  • Mostarda di frutta: dolce e piccante, fatta con frutta candita e senape, crea un contrasto interessante.

  • Salsa di rafano: piccante e pungente, ideale per chi ama i sapori forti.

  • Salsa di cipolle: dolce e cremosa, fatta con cipolle stufate lentamente.

  • Salsa di cren: simile al rafano, ma più delicata e aromatica.

  • Salsa di pomodoro: semplice e leggera, spesso arricchita con erbe aromatiche.

  • Salsa di bagnetto rosso: una salsa a base di peperoni, pomodori e acciughe, tipica del Piemonte.


Ogni salsa ha un ruolo preciso e viene abbinata con cura ai diversi tagli di carne per creare un equilibrio perfetto.


Vista dall'alto di sette ciotole con diverse salse tradizionali piemontesi
Sette salse tradizionali piemontesi per bollito, disposte in ciotole

Il rito della preparazione e del consumo


Preparare il bollito piemontese è un rito che richiede tempo e attenzione. La carne viene immersa in acqua fredda e portata lentamente a ebollizione, eliminando le impurità con una schiumarola. La cottura può durare anche quattro ore, durante le quali il brodo si arricchisce di sapori e profumi.


Il brodo stesso viene spesso utilizzato come base per zuppe o risotti, valorizzando ogni parte dell’animale. Il momento della degustazione è un’esperienza conviviale: la carne viene servita calda, accompagnata dalle salse e da contorni semplici come patate lesse o verdure di stagione.


Il bollito oggi: tradizione e innovazione


Oggi il bollito piemontese continua a essere un piatto amato, presente sia nelle case che nei ristoranti. Molti chef piemontesi lo reinterpretano, mantenendo però fede alla tradizione dei sette tagli e delle sette salse. Alcuni aggiungono tocchi moderni, come l’uso di erbe aromatiche insolite o la presentazione in piatti più contemporanei.


Nonostante queste innovazioni, il cuore del bollito resta la sua capacità di unire le persone attorno a un tavolo, celebrando la cultura e la storia del Piemonte.


Consigli pratici per preparare un bollito perfetto


Per chi vuole cimentarsi nella preparazione del bollito piemontese a casa, ecco alcuni consigli utili:


  • Scegliere carne di qualità, preferibilmente da allevamenti locali.

  • Utilizzare una pentola capiente per permettere una cottura uniforme.

  • Non aggiungere sale all’inizio, ma solo verso fine cottura per evitare che la carne diventi dura.

  • Preparare le salse in anticipo per farle insaporire bene.

  • Servire il bollito con il brodo caldo e le salse a parte, così ogni commensale può scegliere il proprio abbinamento.


Un patrimonio da preservare


Il bollito piemontese è un patrimonio gastronomico che racconta la storia di un territorio e delle sue tradizioni. Conoscere i suoi segreti significa apprezzare non solo il gusto, ma anche il valore culturale di un piatto che ha saputo resistere al tempo e alle mode.


Portare avanti questa tradizione significa mantenere viva una parte importante dell’identità piemontese, fatta di sapori autentici e di momenti condivisi.



 
 
 

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